Malore a scuola durante un esperimento di chimica

Malore a scuola durante un esperimento di Chimica: cosa ci insegna questo incidente sulla cultura della sicurezza

Il 24 marzo 2025, quattro studenti al secondo anno dell’indirizzo Robotica dell’ITIS Delpozzo di Cuneo sono stati trasportati al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Croce a seguito di un malore avvenuto durante una lezione di Chimica. Secondo quanto riportato da La Stampa, i ragazzi, tra i 14 e i 15 anni, avrebbero inalato sostanze urticanti, probabilmente biossido di azoto (NO2), durante un esperimento di laboratorio. I sintomi: forti mal di testa, tosse, nausea e vomito. Il tutto si è concluso, fortunatamente, con una notte in osservazione e nessuna grave conseguenza.

Ma ciò che è accaduto non può – e non deve – passare come un semplice “episodio”. È invece un’occasione concreta per riflettere sull’importanza della salute e sicurezza nelle scuole, con un’attenzione particolare ai laboratori, dove i rischi, seppur didattici, sono reali.

 

Cosa potrebbe essere successo?

La notizia fa riferimento alla possibile inalazione di biossido di azoto (NO₂), un gas irritante per le vie respiratorie che si può sviluppare in alcune reazioni chimiche, in particolare quando si manipolano nitrati, acidi forti o composti azotati in presenza di calore. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’NO₂ “può causare effetti acuti come irritazione delle mucose, broncospasmo e, a concentrazioni elevate, edema polmonare” (ISS, Scheda NO₂, 2023).

Non è chiaro quale esperimento fosse in corso, ma se l’evento ha coinvolto la produzione involontaria o la dispersione di questo gas, è probabile che siano venuti meno alcuni presìdi fondamentali:

  • assenza o malfunzionamento di sistemi di aspirazione localizzata;
  • quantità o concentrazioni eccessive di reagenti;
  • sottovalutazione del rischio di inalazione in un ambiente chiuso;
  • errori di manipolazione o mancata supervisione adeguata.

 

Non basta “fare attenzione”: serve una cultura della sicurezza

Troppe volte la sicurezza viene intesa come un insieme di adempimenti burocratici. DVR, corsi, nomine, schede di sicurezza, ecc. Tutto fondamentale, certo. Ma questo non basta.

La sicurezza è un processo culturale prima ancora che tecnico. È la consapevolezza del rischio, la percezione del pericolo, la responsabilità collettiva nel prevenire gli incidenti. E nelle scuole, questa cultura deve iniziare dai banchi, non solo per legge, ma per senso civico.

Ricordiamoci che gli studenti sono lavoratori in formazione: lo dice chiaramente l’art. 2 comma 1, lettera a) del D.Lgs. 81/08, che include tra i destinatari della tutela anche “gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e i partecipanti ai corsi di formazione professionale, nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici”.

 

La sicurezza nelle scuole non è un’opzione

Ogni scuola è tenuta a redigere un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), comprensivo delle attività laboratoriali, delle sostanze utilizzate e delle misure preventive adottate. A questo si aggiungono le schede di sicurezza (SDS), il registro degli agenti chimici, le procedure operative e la formazione del personale scolastico.

Ma anche qui, la differenza non la fa il documento, la fa l’approccio: è stato formato il docente? C’è una procedura specifica per quell’esperimento? Gli studenti erano consapevoli dei rischi? I DPI (dispositivi di protezione individuale) erano adeguati e usati correttamente?

Le Linee guida del Ministero dell’Istruzione del 2010 sui laboratori scolastici sottolineano che “l’attività laboratoriale comporta responsabilità diretta e indiretta nei confronti degli studenti”, e che “la prevenzione si attua anche attraverso la progettazione didattica e l’organizzazione dell’attività”.

 

Sicurezza degli ambienti e formazione: due priorità

L’episodio dell’ITIS Delpozzo mette in luce due aspetti fondamentali:

  1. La sicurezza degli ambienti: i laboratori devono disporre di aspiratori, sistemi di ventilazione, spazi adeguati e dispositivi di sicurezza funzionanti. Le sostanze pericolose devono essere conservate secondo normativa, etichettate e gestite secondo le regole del Regolamento REACH e CLP.
  2. La formazione degli studenti e dei docenti: in troppi casi si considera la formazione un onere. In realtà è un diritto e uno strumento di protezione. Anche gli allievi devono ricevere formazione sui rischi specifici, come previsto dall’ 37 del D.Lgs. 81/08.

Non si tratta solo di un obbligo: la formazione è prevenzione ed è il modo più efficace per evitare errori, sottovalutazioni e improvvisazioni.

 

Il rischio chimico è sottovalutato?

Uno studio pubblicato su Occupational Medicine (2022) ha evidenziato come “nelle attività scolastiche connesse all’uso di sostanze chimiche, l’assenza di una corretta formazione espone studenti e insegnanti a un rischio potenziale che è frequentemente sottostimato”.

Anche l’INAIL, nel documento “La sicurezza nei laboratori scolastici” (2019), sottolinea che la gestione del rischio chimico nelle scuole è spesso frammentata o delegata a singoli insegnanti, mentre dovrebbe essere integrata in una più ampia strategia di gestione del rischio scolastico.

 

Conclusione

L’episodio di Cuneo deve servirci da monito, non da allarme. Perché la salute e la sicurezza dei ragazzi è un dovere morale oltre che giuridico. Non basta dire “è andata bene” perché i sintomi erano lievi. Dobbiamo chiederci se quel malore poteva essere evitato. E soprattutto, dobbiamo costruire ambienti scolastici in cui la sicurezza sia vissuta come valore, non come obbligo.

È importante sottolineare che non si intende in alcun modo accusare l’istituto scolastico o il personale docente di negligenza o mancato adempimento normativo o tecnico. La dinamica dell’accaduto sarà certamente oggetto di analisi interna e, se necessario, di verifica da parte degli enti competenti. Questo articolo prende spunto dal caso per proporre una riflessione più ampia e vuole essere uno strumento di sensibilizzazione e approfondimento professionale sul tema della prevenzione, della gestione del rischio e della formazione alla sicurezza nel contesto scolastico.

La cultura della sicurezza comincia nelle scuole. Se vogliamo adulti consapevoli, dobbiamo formare studenti consapevoli. E dobbiamo farlo prima che accada qualcosa di più grave.

 

Fonti:

  • La Stampa – Edizione Cuneo, 24 marzo 2025
  • D.Lgs. 81/08, art. 2 e art. 37
  • Ministero dell’Istruzione – Linee guida laboratori scolastici (2010)
  • Istituto Superiore di Sanità – Scheda informativa NO₂
  • INAIL – “La sicurezza nei laboratori scolastici” (2019)
  • Occupational Medicine, Volume 72, Issue 3, 2022

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